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TRATTORIA CON CAMERE “SETTE TESTE”

Piazza San Marco 20
36052
Enego
Vicenza

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ROBERTO MENEGHINI > anno 1956
Roberto, meglio noto come Roby del Sette Teste, un simpatico e scanzonato ragazzo, che si illumina quando racconta aneddoti che riguardano il suo paese, Enego, o il suo trascorso di ragazzo vivace, molto vivace.
Gestisce, oggi con il figlio Luca l’antica osteria Sette Teste, una volta osteria macelleria, oggi ristorante e piccolo albergo.
Il Sette Teste, che prende il nome dal simbolo cimbro dei 7 comuni dell’Altopiano di Asiago, i Sette Fratelli cari, la Spettabile Reggenza dei sette Comuni, una lega tra i paesi sorta nel lontano 1310.
Ma di storico il Sette Teste non ha solo il nome, è esso stesso storia, da 4 generazioni è gestito dalla famiglia Meneghini, un arco di tempo che copre quasi 130 anni; un locale che oggi è stato inserito anche in importanti guide come: Osterie d’Italia, Tre Venezie a Tavola, Guida Internazionale Falstaff.
Come ha iniziato l’attività? Non l’ha iniziata, ne ha sempre fatto parte, un’attività di famiglia che coinvolgeva per forza di cose tutti e 6 i fratelli, inizialmente stavo solo in bar, non mi piaceva stare in cucina, solo quando sono rientrato dalla naja, sui 23/24 anni ho iniziato ad appassionarmi alla gastronomia, ho iniziato a gestire l’attività subentrando ai miei genitori e al mio fianco ho avuto mia moglie Annalisa e mia sorella Giovanna.
Una passione quella per la cucina che Roby ha passato anche ai figli, ed ora è Luca a portare avanti la locanda di famiglia.
Da sempre però ciò che anima il suo tempo libero sono le moto e lo sci, in questa ultima disciplina è stato anche agonista ma soprattutto maestro, a 18 anni già lo era.
Proprio grazie all’attività di maestro di sci si è potuto permettere la prima moto, e da lì una vita di avventure ed esperienze, i racconti e gli aneddoti sono numerosi e non si possono trattenere le risate, tutto ciò che è moto mi piace, mi incuriosisce, mi appassiona.
Fuori dal Sette Teste c’è una moto di legno e vari stemmi ricordano che in questo locale i motociclisti sono a casa, avevo 14 anni quando ho iniziato a guidare la moto e non ho più smesso! I primi cinquantini me li prestavano perché mio padre Walter non ci sentiva di prendermene uno, ero troppo scatenato.
Con i primi soldi guadagnati come maestro di sci ho preso una Puch 125 ex Gritti, la prima moto da enduro con parafanghi in plastica, un sogno che si avverava.
I miei grandi momenti di amore motociclistico! Vengo dalle mulattiere, quindi Beta 360 cattivissima e fatta da Franco Tottene, poi Maico 501 e KTM che ritengo moto con un’anima e sono nell’olimpo delle mie favorite. Mentre per i viaggi c’era una BMW 800 del 1974.
Nella mia mente, uno dei viaggi indimenticabili, io con amico passeggero e una Honda 500 XL, imbarco a Genova poi Sardegna e Corsica, a seguire Francia e Spagna. Il passeggero ad un certo punto si addormentava, meglio legarlo con una corda per sicurezza.
Di notte un casino, 300 km per poi ritrovarci al punto di partenza,iI commenti sono liberi, le risate senza soluzione.
Breve riposo presso il parco pubblico della ridente cittadina francese e poi di nuovo in strada, fino a notte.
La decisione è fermarsi in un camping, si intravedono i cartelli, il fanale non è il massimo, poco più della fiamma di un accendino, notte fonda, un cancello, un campanello. Nessuna risposta, il cancello è aperto, il prato disponibile, dove piantare la tenda, bello, morbido, la percezione al buio è che sia vasto. Ottimo, in un battibaleno accampati e addormentati.
Il risveglio è improvviso, strano, un fischio, due fischi, ancora rido con le lacrime raccontando, mettiamo la testa fuori e, della serie, dormo o son desto. La prima cosa che riusciamo a pronunciare è, dove semo rivai? Dove siamo arrivati? Non so se è stata più incredulità, imbarazzo o divertimento.
Con la nostra tenda eravamo nel bel mezzo di un fantastico prato all’inglese, uno stadio con un certo numeroso pubblico già comodo negli spalti e un arbitro che ci fischiava facendoci segno che dovevamo sbaraccare al più presto o avrebbe fatto intervenire la Gendarmeria.
In famiglia Alessandro l’altro figlio, lavora nella ristorazione e fa tutto il circuito mondiale moto GP per Yamaha e Alpinestars, poi d’inverno la moto GP si ferma e fa il maestro di sci.
IL MIO MOTTO PREFERITO ”Mai dritto nella vita, sempre piegato, o sugli sci, o sulla mia moto”.
TRATTORIA CON CAMERE “SETTE TESTE”